sabato 20 settembre 2014

Chi è Alessio?

Un'amica qualche tempo fa mi ha detto che gli uomini come Alessio non esistono. Perché? Perché "è perfetto". In effetti lui è troppo bello, troppo simpatico e troppo intelligente, ma io credo che il mondo sia pieno di ragazzi così. Perfetti non oggettivamente, ma soggettivamente. Perfetti per noi.
Ma non è di questo che stiamo parlando, M.! Stiamo parlando di Alessio. Sì, ecco. 
Alessio è un ragazzo abbastanza normale. Bello, ma con moderazione (anche se agli occhi di Dafne appare come l'essere più meraviglioso del mondo, un adone), intelligente, simpatico, uno di quelli con cui fare due chiacchiere è facilissimo, per cui perdere la testa lo è ancora di più. Sinceramente, però, non userei la parola "perfetto" (io, M., non io M. narrante), perché prima di Dafne ha fatto arrabbiare un discreto numero di donzelle per la sua abilità nell'uscire con più ragazze senza farsi mai prendere da nessuna (che poi è la cosa che fa impazzire un sacco di donne. Il fatto che gli uomini se la facciano con tante fanciulle, intendo. Che problema abbiamo, ragazze?). Il motivo preciso non lo so. La mia mente funziona come una qualunque mente femminile e quindi provo a chiedermi cosa lo porta a ciò e provo a darmi una risposta, ma non è detto che sia quella vera. Alessio, in pratica, è cresciuto da solo. I suoi genitori, abbastanza benestanti, ad un certo punto della loro vita hanno lasciato che crescesse senza la loro presenza vicina. Quando succede a sedici anni, si incrina qualcosa. Se i tuoi genitori scelgono di fregarsene di te il tuo modo di vedere il mondo cambia, immagino. E il suo è cambiato. Perché mai si sarebbe dovuto affezionare a qualcuno se poi quel qualcuno se ne sarebbe potuto andare per la sua strada? Così, dato che non ha mai trovato nessuna che gli ha fatto perdere la testa, ha fatto il suo percorso di vita che forse sarebbe durato ancora anni se non avesse trovato quell'unica ragazza che non ci è stata. L'unica che non vuole baciarlo, l'unica per cui è disposto ad aspettare, l'unica che non gli scrive messaggi, che non parla ma mugugna, che si blocca a fissarlo. 
L'unica, per lui. L'unica che gli faccia un effetto diverso.
Ma lui è davvero così perfetto? Ha dei meravigliosi occhi verdi, è alto, ha sempre la battuta pronta, sa misurare le parole dolci, scrive dei messaggi deliziosi. Ma perfetto? Dafne lo vede così, e lo vede come qualunque donna (e uomo) innamorata (e innamorato) vede il proprio principe azzurro (principessa). Alessio è perfetto perché per Dafne lo è, perché per lei è...

1. troppo bello
2. troppo intelligente
3. troppo simpatico.

Eh sì, dai, un po' lo diventa anche per noi! :)
Ma oggettivamente perfetto? Non esistono uomini oggettivamente perfetti. Nemmeno Alessio.
Nemmeno Brad Pitt, no. Lui è perfetto per Angelina Jolie, ma non lo sarebbe per tutte. (ssssst! Li sento tutti i vostri brusii!). 
Beh, comunque, se volete saperne di più non potete far altro che leggere Innamorarsi ai tempi della crisi

Buona lettura!

M. 

martedì 9 settembre 2014

Le stelline

Ad un certo punto della vita di uno scrittore... Scrittore? Chi? Di chi parli? Mica sarai tu?!
Meglio ricominciare. Ad un certo punto della vita di uno che scrive e si autopubblica (meglio, molto meglio!) arriva l'Amazonmania. In cosa consiste? Semplice: controllare svariate volte in che posizione si trova il libro e quante recensioni ci sono. Alle recensioni sono connesse, ovviamente, le stelline e quindi il giudizio. Da qui...

Da quando siamo piccoli siamo sottoposti ad un giudizio. Bene!, bravo!, bravissimo!, nei primi anni delle elementari. Poi si passa ai voti: 3, 4 e mezzo (chi a scuola ha fatto greco o latino come me, ne avrà presi sicuramente), 5, e perché non 5/6 (cosa vorrà dire poi, lo sanno solo loro!). 6, 7, 8. 9? Da noi pochisimo. Infine approdi all'università. 18, 24, 27, 28, 29 (ma dai, davvero? 29? Bah!), 30. 30 e lode? Mitico. 
Per molti anni finisci per essere un numero. Non tu, certo, ma il lavoro che tu hai prodotto. I tuoi compiti, le tue interrogazioni, la terza prova, l'esame, la discussione delle tesi (perché ovviamente adesso ne devi discutere due, addirittura!). Poi ad un certo punto, le cose cambiano.
Ma non per me. Perché se dopo gli anni della scuola/università avrei dovuto smettere di essere valutata, me ne invento due che mi rimettono in carreggiata. Scelgo un lavoro in cui gli "utenti", chiamiamoli così, alla fine del servizio ricevuto esprimono un'opinione (oh santa madre, che lavoro sembra che faccia da questa descrizione???) e pubblico un libro che viene recensito e al quale vengono date delle stelline/cuoricini/palloncini/piedini/librini e tanto altro. Tutte cose che una sdolcinata come me (mi rendo conto che continuo a dimostrare poco quanto sia appiccicosa) adora, se fossero cinque, o quattro. E se fossero due? E se fosse una? Santissimo il cielo, una??? Va bene, lo ammetto, sono terrorizzata dal potermi ritrovare con una stellina (come è già successo, umpf!)/cuoricino/palloncino/piedino/librino. Certo, si sa che ognuno ha un suo punto di vista, si sa che non tutti possono apprezzare ciò che fai, ma questo non toglie che il giudizio sia una cosa che un pochino... pesa. Se è negativo, chiaramente. Se è positivo è solo un altro valido motivo per saltellare da una parte all'altra della casa. ^_^
Sto cercando di dire che è sempre difficile accettare che ciò che fai diventi una x/numero/stella perché comunque vada tu ci hai messo del tuo, e dentro c'è una piccola parte di te. In fondo, quando ti ritrovi una stellina è come se anche un pezzo di te meritasse una stellina, ed è triste. 
Forse è per questo che anche con gli "utenti" del mio lavoro non riesco a produrre un giudizio (oddio, continua a sembrare qualcosa di strano!) e probabilmente è sempre questo il motivo per cui non riesco a fare delle recensioni (in questo caso parlo di libri). Anche se qualcosa non mi piace non posso proprio mettere una stellina sola perché dietro il libro che non mi piace, o dietro "l'utente" che non lavora bene, c'è una persona, e mi dispiace dargli un solo simboletto. Finirei per dare 5 stelline anche ai libri che non mi piacciono. Così, dopo ponderate riflessioni davanti al mio nuovissimo, scintillantissimo e meravigliosissimo (se volete aggiungere un superlativo, fate pure!) ebook reader, ho deciso che farò recensioni solo per quelli che mi piacciono, sempre che riesca a mettere tre parole in fila perché sembra che tutta questa montagna di lettere che caccio fuori quando scrivo normalmente scompaia di fronte alla formulazione di un giudizio. Mah...

Bene, questo post non serve assolutamente a niente. Non che gli altri abbiano un qualche tipo di utilità, sia chiaro. Sono consapevole del fatto che il mio blog al momento è solo un calderone dove finiscono tutte le parole e le idee che non so dove mettere (a parte nelle lunghe e meravigliose chiacchierate con D., S., e Sab.). Quanto a significato, comunque, questo post li batte tutti. 
Sarà meglio che vada a fare la lavatrice, eh? :)

M.


sabato 6 settembre 2014

La letterina per H.

Questa mattina ho aperto il mio blogghetto deliziosamente vuoto (devo ancora capire come funziona tutto ciò che non riguarda lo scrivere al centro della pagina :D ) e ho trovato questo post non pubblicato. "Oh santa madre", ho pensato! "Non posso pubblicarlo", ho continuato. E invece, dopo qualche secondo di riflessione, ho deciso di sì.
Lunedì, di ritorno da un fantasmagorico fine settimana al mare, (vi avverto, ero in fase calante) avevo iniziato così...

Essere malinconici alla fine dell'estate è normale, credo. Non solo per uno studente che riprende ad andare a scuola dopo tre mesi di gioia infinita, di relax totale e di completa spensieratezza (il tutto perché non ha aperto libro, probabilmente, e dovrà familiarizzare di nuovo con la parola "studio", questa sconosciuta). La fine dell'estate fa essere malinconici un po' tutti, specialmente se settembre inizia con la pioggia e 19 gradi. Viene naturale pensare ai mesi appena trascorsi, al fatto che avresti voluto fare molte più cose e che il tempo atmosferico non ti ha aiutato, che le ferie sono finite e che dovrai aspettare un altro anno per sentirti vagamente libero, che la sensazione di leggerezza che percepisci in quei mesi estivi, data anche dall'abbigliamento, ti saluterà insieme al sole, al caldo e all'Estathé.
Ieri sera ero veramente malinconica. Sono tornata dopo uno splendido fine settimana al mare, un fine settimana pieno di sole, coccole, relax, cibo, mare, colori, gente e molto altro, e già nella strada di ritorno hanno fatto capolino le nuvole. Non solo lo splendido fine settimana era finito, ma era finito anche il fine settimana, e quindi il giorno dopo, cioè oggi, sarei dovuta tornare al lavoro. In tutto ciò il mio libro era sceso in classifica di diverse posizioni. 
Questa mattina pioveva a dirotto e quando sono arrivata al lavoro ero completamente fradicia (ah, che spettacolo!). Così tanto che l'unica cosa da fare sarebbe stata tornare indietro e cambiarmi, se non fosse che poi avrei dovuto rifare la stessa strada a piedi e sarei stata punto e a capo. 
Anche stasera sono malinconica. Ma stasera sono anche infastidita e turbata (i capelli arruffati su un lato lo dimostrano) dal fatto che sto scrivendo un post malinconico in una giornata di inizio settembre altrettanto malinconica. Non mi piace che stia finendo l'estate, non mi piace aver salutato il mare e non mi piace che il libro oscilli così tanto. 

Ecco, io ve lo avevo detto che ero in fase calante, e vi ricordo che avevo anche esclamato un "oh santa madre!" che in emmese (è così che possiamo definire il mio modo di parlare nel web) equivale a "oh santo cielo", "accidenti", "cavolo" e a tutto ciò che può essere una valida alternativa per la parolaccia più usata da noi italiani.
Comunque, per tutta la settimana ho avuto questa vaga sensazione di fastidio, quella tipica di fine agosto, e non sono riuscita a capire perché, ma curiosando qua e là su internet mi sono accorta che tante persone si lamentavano di non aver ricevuto, nemmeno quest'anno, la lettera di Hogwarts. Si sono accese tutte le lampadine intorno alla mia testa e... Eureka! Ho trovato il problema! La letterina! La letterina che non è mai arrivata! 
Di fondo, sono vent'anni che aspetto quella letterina e forse è per questo che l'inizio di settembre è così fastidioso.
La bella busta di carta spessa e rigida color panna/beige/bianco sporco/foglia autunnale che mi invita ad Hogwarts non arriva, e non c'è molto da fare. Per me e per tutti quei babbani che come me che non l'hanno ricevuta. Poveri, poveri noi. 
Pur sperandoci però, ammetto di non averci mai creduto davvero. In questa zona non ci sono molti gufi (direi piuttosto piccioni) e io non riesco a farmi crescere i capelli a comando, anche se devo dire che quest'estate hanno fatto vere prodezze (se tralasciamo il fatto che le punte sembrano paglia). Non ho poteri magici, questo è certo. Sono una noiosissima babbana. 
È inutile che fissi il cielo in attesa che mi atterri sulla punta del naso, o che guardi la porta sperando che passi nello spiraglio di luce o che bussi alla finestra. La letterina non c'è. Il Cappello parlante anche quest'anno non si appoggerà sulla mia testa e non mi metterà in nessuna casa. Nessuna torre. Nessuna squadra di Quidditch. Nessuna sala comune.  

Per fortuna nel frattempo il tempo è nettamente migliorato (dopo una settimana ha fatto di nuovo capolino il sole, anche lui quasi uno sconosciuto) e la sensazione di fastidio sembra un po' diminuita. Il libro continua ad oscillare, settembre è sempre settembre, il mare è lontano (e anche freddo, temo) e la letterina non c'è. Ma sono sicura che troveremo un modo per farci star simpatico anche tutto ciò, tipo rileggere dal primo all'ultimo i libri di Harry Potter. Secondo me non c'è periodo migliore dell'autunno per farlo. Non siete d'accordo?

M.