domenica 7 dicembre 2014

Riflessioni su una saga

Come forse qualcuno di voi saprà avendo letto il mio spazietto colorato - chiamasi blog, potreste obiettare - scrivo da un sacco di tempo. Il primo, vero romanzo che ho scritto l'ho iniziato a diciassette anni. Quando dico romanzo non lo faccio per dare importanza a quelle 320 pagine in A4 ma perché non so come altro chiamarle. Era una storia composta da tre libri che girava intorno a vampiri e angeli. Uuuhhh!, potreste esclamare! Anche tu!, potreste continuare. Adesso che sono passati quattordici anni (sigh, sob!) lo penso anch'io, perché nel mentre sono venute fuori così tante storie di questo tipo che quando penso a quello che ho buttato giù mi sento un po' monotona e ripetitiva. Il fatto è che quando ho iniziato a scriverlo non esisteva il boom dei vampiri. Non esisteva Twilight, né quella mandata esplosiva che è venuta fuori intorno al 2005. Io, un'adolescente incuriosita da Buffy e Anne Rice, mi sono buttata su una storia così complicata che se adesso cerco di ritrovarne le fila, mi perdo. Quello che è successo poi, è strano. Mentre raccontavo le avventure di questa particolare ragazza dagli occhi viola ho iniziato a scrivere altre tre o quattro storie, ho buttato giù un altro romanzo, peraltro raccontato in modo piuttosto bizzarro, e qualche racconto. La storia del vampiro-angelo dagli occhi viola l'ho finita quando avevo ventisei anni. Ed era solo il primo capitolo della saga. Ho alzato la testa e tutte le idee che mi erano venute, e che via via mi erano sembrate geniali, erano state usate da tutti, occhi compresi. Erano venute a tutti. Magari meglio. Magari il mio libro era anche bruttino (chi l'ha letto, però, l'ha trovato molto interessante) ma non aveva più senso farlo uscire dal laptop. Non c'era niente in più, se non lo stile. Ma... parliamoci chiaro. Lo stile può anche non piacere, e se la storia è trita e ritrita può facilmente venire a noia.
Ora che mi ritrovo a scrivere tutt'altro, e che mi sono di nuovo buttata su una saga, mi domando: se non mi do una mossa, tutte le idee che mi vengono mi verranno soffiate sotto gli occhi da chi, forse, è anche più bravo di me a scrivere? 
Ogni tanto vedo qualche uscita e mi dico... perdindirindina, questo pezzo è uguale al mio!
Allora mi sono esortata così: datti una mossa, il primo l'hai già scritto! Fallo leggere a qualcuno e via! Ma non ci riesco. Perché sono una maledetta perfettina e... se poi nel terzo viene fuori che uno dei protagonisti ha la maglietta blu mentre nel primo ce l'aveva verde (che esempio bacato!)? 
E così passa il tempo, le idee vengono fuori e io rimango ferma nel mio spaziettino colorato. Adorabile. Si sa, sono cotta del mio blog, ma il resto?
Uff, uff, uff. 

Non lo so.

M.  

P.s.- Tanto per non complicare le cose nel mezzo continuo a scrivere altre mille storie.

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