venerdì 24 giugno 2016

Happy Book Tag e Tag dei Book

Oh, l'estate. L'estate. Estate. 
E dunque sia. Via libera a canzoncine che passano da stazione a stazione e che ti fanno venir voglia di avere tre mesi di vacanza come quando andavi a scuola, ai gelati che si sciolgono tra le dita, alle chiacchiere sulle scalinate di una piazza, ai tatuaggi - in barba a tutto e tutti, dopo anni di riflessione, ne ho fatto un altro - alle cene dopo le nove "che tanto è ancora giorno", alle gite fuori porta, ai week end con gli amici e al dubbio "ma tutti in casa come ci entriamo?", allo street food per cena, alle ferie e a "quando arrivano?", all'eco delle partite guardate di casa in casa.
Oh, l'estate. Che sia arrivata davvero? 

Oggi, in questa bella giornata estiva, mi diletto con un tag.  

Chi mi segue lo sa, i tag mi piacciono molto. Quando Ariel de L'angolo di Ariel mi ha invitata a fare questo/i, quindi, non mi sono tirata indietro. 
È un po' lunghetto, lo so, ma come sempre: credo in voi e so che ce la potete fare.

Il primo è l'Happy Book Tag, e queste sono le mie risposte.

1. Cosa ami nel comprare nuovi libri?
A parte la sensazione di avere un nuovo libro da sfogliare, spulciare, maneggiare, annusare e mettere in libreria? Perdermi tra le sue pagine.

2. Quanto spesso compri libri?
Dipende dai periodi. In linea di massima, 2 eBook al mese e un paio di cartacei. Gli altri li prendo in prestito o sono riletture.

3. Libreria o negozio online. Quali dei due preferisci?
Libreria. Libreria. Libreria. Il negozio online solo per gli eBook o gli introvabili, nel qual caso cerco gli usati.

4. Hai una libreria (bookstore) preferita?
Nella mia città ci sono 6 librerie solo nella zona bassa/centrale della città, il che significa che in due minuti si passa dall'una all'altra. Di queste, le mie preferite sono due. Una perché i commessi sono veri librai, gentili e appassionati, la seconda perché è enorme e ha praticamente tutto.
Per gli eBook, avendo il Kindle, compro da Amazon.

5. Pre-ordini i libri?
No. L'unico è stato Harry Potter. Sono lontani i tempi in cui facevo la fila fuori dalla libreria, a mezzanotte, per prendere la mia copia.

6. Hai un limite di libri acquistabili in un mese?
No.
7. I divieti di acquisti di libri fanno per te?
No.  

8. Quanto è lunga la tua wish list?
Pagine e pagine. E post-it. E messaggi nel cellulare. E appunti nel Memo.

9. Nomina tre libri che vorresti possedere ora (tra quelli della wish list)
1. The queen of tearling, Erika Johansen
2. Talon, Julie Kagawa
3. Il segreto della Monaca di Monza, Marina Marazza

10. Chi tagghi?
Tutti. 

Quello che segue, invece, è il Tag dei Book, le cui regole sono: 
- ringraziare il blog che vi ha nominato (L'angolo di Ariel: grazie, cara!)
- citare il blog che ha creato il tag: Overdose di libri
- nominare, alla fine delle domande, otto blog
 “E poi ci sono libri di cui non puoi parlare con altra gente, libri così speciali e rari e tuoi che sbandierare il tuo amore per loro sembrerebbe un tradimento.” - John Green.
1. Chiedervi il titolo del libro sarebbe un controsenso. Quindi voi avete libri segreti? Libri che avete letto e tenete gelosamente nascosti? Di cui non parlate mai? Cosa rende loro così speciali?
Uhm. Non credo di avere libri segreti. Quando un libro mi piace lo sbandiero agli angoli del pianeta perché vorrei convincere tutti a leggerlo così da non essere più sola nell'adorazione di tale portento.

2. Qual è la citazione di un libro che amate particolarmente? Una citazione che vi è entrata nel cuore, che vi ha travolto, che vi ha fatto dire "Sono io, sono proprio io!" con euforia? Riportatela e spiegate il motivo per cui è tanto importante.
Avendo la memoria di un pinolo e ricordando le cavolate più assolute ma non le cose che vorrei a tutti i costi rammentare, non ho una citazione che mi è rimasta dentro. Ho letto frasi meravigliose che mi piacerebbe poter sfoderare ogni volta che ne sento la necessità ma... niente. L'unica è quella di Einstein - "Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido." - ma non è di un libro.

3. Qual è il libro che ti ha fatto innamorare della scrittura? Raccontatemi della vostra prima lettura, del perché leggete. Sono curiosissima di sapere ogni cosa.
I libri che mi hanno fatto capire quanto leggere e scrivere fossero importanti sono: 
- Il diario di Anna Frank
- L'amico ritrovato, Fred Uhlman
- Medea, Euripide
- L'insostenibile leggerezza dell'essere, Milan Kundera

4. Ultima ma non meno importante. Cos'è per voi un libro? Cosa vuol dire leggere e quali emozioni vi suscita? 
Un libro è un mondo. Un libro è un universo inesplorato che ti permette di arrivare al pianeta in cui vorresti vivere. Un libro è una terra che capisci di amare così tanto da non volerla rovinare in alcun modo anche se senti il bisogno di farne parte. Un libro è un libro, e si definisce da solo. 

Se avete intenzione di farlo o se lo avete già fatto, lasciatemi il link nel commento e verrò a curiosare.  
Ah, come già detto, nomino tutti, ovviamente.
 
M. 

venerdì 17 giugno 2016

Allo sbando

È un periodo in cui mi sento un po' allo sbando. Vagamente sballottata dalle cose che succedono e che mi sembra di non poter controllare. Ed è chiaro anche alla tastiera che parlo dello scrivere. 

Sono in quella fase dell'anno, che ogni tanto capita, in cui vorrei chiudere tutto e darmi al giardinaggio. Poi mi ricordo che io sono una frana con le piante e che non sopravvivono mai a lungo perché non gli do la giusta quantità di acqua e non uso prodotti per aiutarle a non essere sgranocchiate da piccoli animaletti. Le uniche che hanno resistito sono lo spatifillo che mi ha regalato una deliziosa studentessa australiana ben tre anni fa - ovazione per la piantina che sopravvive - e che se ne sta sopra un mobile in cucina fiera di essere così gradevole e rigogliosa. Non fa più i fiori e questo mi fa pensare che qualcosa di sbagliato lo combini ma è comunque un bello spettacolo. L'altra è una di quelle curiose piante grasse che non sono veramente grasse, che fanno fiorellini gialli in primavera, che crescono ovunque e che resistono anche al ghiaccio e alla neve, che se ne fregano se gli dai l'acqua e che sono totalmente autosufficienti. 
I fiori, tipo quelli della foto, se la passano piuttosto bene nel loro vaso/bottiglia ma credo che vadano avanti perché si trovano comodi nel posto in cui li metto, non perché io mi applichi chissà come. 
Insomma, non sono brava.

Allora penso di tornare alla scrittura e in effetti ci torno, ci torno perché scrivere è una delle cose più belle del mondo. E ora che sono alle prese con il finale del secondo tomo della saga romance/distopica/fantascienza mi chiedo che ci voglio fare. Manca ancora un sacco al completamento, anche perché fino a quando non avrò finito il terzo non succederà niente a nessuno dei tre, però qualche domanda me la faccio. E non mi do nessuna risposta.

Questa cosa, questa cosa dello scrivere, la dovrei prendere per quello che è. Una passione, un bisogno, una necessità. Nient'altro. Non dovrebbe andare oltre. Perché se va oltre, se pensi che possa diventare altro - e non parlo di un lavoro ma di un qualcosa che completa ciò che sei - poi arrivo a questo periodo dell'anno. Il periodo in cui mi chiedo perché lo faccio. Dove voglio arrivare. Quanto sarebbe meglio darsi al giardinaggio.
E quindi mi distacco. Scrivo e mi distacco, salvo poi tornare sulla pagina con una spinta che viene da dentro e che mi costringe a pensare alla storia anche quando non vorrei. Dunque vado al cinema per vedere un film e penso a quello che N. e M. - ebbene sì, queste sono le iniziali dei protagonisti de Il Romance distopico - vogliono fare. E mentre mi portano dalla loro parte, nascono altre mille idee, se ne perdono alcune, se ne creano altre e si mischia tutto in un'enorme padella che ricorda quella della paella che si usa per le fiere sul cibo che tanto spopolano negli ultimi tempi.
Allora mi costringo a non fare niente. Non scrivere, non pensare a ciò che voglio scrivere, non immaginare nuove storie, non riflettere su come far muovere ciò che ho già scritto.
In che modo?  

Come già detto, vado al cinema. Nelle ultime tre settimane ho visto:
X-Men - Apocalypse: bello.
Warcraft - L'inizio: carino.
Now you see me 2: bello ma non all'altezza del primo.
Poi leggo, ma ve l'ho detto che non me la cavo bene nemmeno con quello, ultimamente.
E quindi guardo gli Europei. Ebbene sì, il calcio mi piace. Insieme al pattinaggio su ghiaccio, è uno di quegli sport che mi incantano. L'ho sempre seguito, soprattutto quando si tratta di grandi tornei ma questa volta, cavolo, appena trovo una partita in tv mi fermo. Faccio una cernita dei calciatori, di quanto sono bravi. Tifo, rifletto. Guardo l'Italia e mi sgolo. E intanto che succede? Penso a quella nuova idea. Penso a come concludere il secondo tomo del distopico. Penso a quanto sia meglio farlo finire in un modo piuttosto che in un altro. A quanto debba dire senza svelare ciò che succederà nel terzo
Insomma, tutti i tentativi di pensare ad altro finiscono nel cestino insieme al nocciolo della pesca o dell'albicocca di turno che sgranocchio durante la riflessione
E nel mentre, nel mentre, La Storia mi pone delle domande e Quello Nuovo che fa? Vuole delle risposte! Perché in tre si intrufolano e mi tormentano? Ma soprattutto: perché in tre?
Per finire: perché ci sono dei momenti dell'anno in cui mi incasino così? 
 
Riassumendo - e per farla breve - sono una scribacchina/scrivente/autrice/raccontastorie allo sbando

M.