mercoledì 5 aprile 2017

"Ogni singola cosa" e gli altri

Degli ultimi libri che ho scritto, a differenza dei primi, non ho fatto mistero. Vi ho sempre tenuti più o meno informati su cosa stessi lavorando. Ne consegue che:
- sapete che sono alle prese con una trilogia di fantascienza che chiamo Il Romance Distopico;
- sapete che due anni fa ho iniziato a lavorare su un romance che mi ha travolto. Letteralmente.


All'inizio l'ho chiamato La Storiella. Era primavera (2015), avevo un romanzo da finire che avevo intenzione di pubblicare l'anno dopo (È qui che volevo stare) e preferivo non farmi confondere da altro. Due nuovi personaggi in testa che urlano e pretendono attenzioni quando tu non gliele vuoi dare, può essere disturbante. Così, tra aprile e maggio, ho buttato giù una trentina di pagine. In estate sono diventate un centinaio. Mi sono obbligata a non toccarlo, ma, arrivata a dicembre, sono impazzita. Doveva uscire. Doveva diventare intero. Doveva trasformarsi ne La Storia. E così è stato.

L'ho tenuto per un annetto lì, a sedimentare. L'ho pensato, riletto, smembrato, ricostruito, allungato, ristretto. E mentre gli altri parlavano dei miei romanzi usciti, io e chi lo aveva letto non potevamo fare a meno di discutere di altro. Di lui. Di Ogni singola cosa
Il titolo è nato con una naturalezza sorprendente nel momento in cui è diventato ciò che è diventato, dunque un anno fa. 

Vorrei dire un sacco di cose ma non so se ne sono capace. Proverò partendo da qui. Quando mi chiedono qual è il mio libro preferito (scritto da me), sono in difficoltà. Escludo subito Il Romance Distopico, non perché non lo ami (al contrario, i sentimenti che provo nei confronti della trilogia sono incalcolabili), ma perché non è finito e sono pochissime le persone che lo hanno letto. Così dirigo la mia attenzione sui romance. 

- Innamorarsi ai tempi della crisi: è il mio esordio, è grazie a lui che sono qui, è grazie a lui che ho preso coraggio. Gli sarò sempre legata e affezionata, ma oggi me lo sento lontano, distante. Era un'altra me, quella che lo ha scritto.
- Il mio supereroe: se si trattasse di dire chi sono i miei personaggi preferiti, questo vincerebbe di sicuro. Adoro Angelica e Manuele, credo che la pazzia che li accomuna sia qualcosa di unico e sono sicura che non sarò capace di inventare altri protagonisti divertenti e leggeri quanto loro.
- È qui che volevo stare: vincerebbe il premio (mio!) come miglior ambientazione.
- Ogni singola cosa: è ciò che vorrei scrivere. Per quello che racconta, per il modo in cui lo fa, per ciò che nasconde, per quello che mostra. Per il personaggio maschile. Per quello femminile. Per tutto.

Ma io l'ho scritto, dunque faccio testo fino a un certo punto. Devo tenere in considerazione che per i lettori potrebbe non essere la stessa cosa, che potrebbe essere una delusione.
O un amore sconfinato, che è quello che spero.
Ma anche se non fosse, questa storia ha per me un significato speciale e non vorrei dimenticarlo. Alle volte, quando si leggono le opinioni degli altri, si finisce per convincerci di ciò che dicono. Ed è giusto, soprattutto se si crea non solo per se stessi, ma per un pubblico. La critica è fondamentale perché serve a osservare quello che abbiamo creato con occhi diversi e un sentimento meno profondo. Ma non significa che dovrò dimenticare cosa ha significato per me lavorare su questo libro.  
Spero di ricordarlo.

Sono sempre alle prese con la revisione e con tutte le paturnie del caso. I programmi di scrittura lo caricheranno bene? E se perdono pezzi, come l'anno scorso? E se quando lo pubblico dentro è vuoto? Dunque: ansia, ansia, ansia.

Ecco, credo che da qui al giorno dell'uscita mi lascerò tormentare così. Per fortuna ho fatto la macedonia.
Eh sì, finisco sempre per parlarvi di cibo. Eh eh. 

Voi come state?  
M.

12 commenti:

  1. Ah, quanto odio la revisione di fino e le paturnie dell'ultimo momento! Ma poi è meraviglioso quando tutto è finito. Ed è meravigliosa anche la macedonia.

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    1. Vero, mi capisci? Ansia. 0.o
      E la macedonia, uhm, era quasi un anno che non la facevo!

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  2. C'è sempre un romanzo che ci assomiglia di più, ed è quel romanzo che scriviamo dopo un paio di pubblicazioni soprattutto se la storia è rimasta nella nostra anima a lungo ed è maturata con noi. È quello che io ho provato con il mio terzo romanzo ed è probabilmente quello che provi tu con Ogni singola cosa. Dopo la revisione lo amerai ancora di più. Intanto buona macedonia!

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    1. Il problema è che ho iniziato ad amarlo - troppo - quando ancora non era finito. Quando era una bozza. Quando era solo un'idea. Non va bene. Per niente.
      Ancora tanti complimenti per l'uscita del romanzo, Giulia! :)

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    2. Grazie Monica, anch'io l'ho amato quando era ancora in bozza, era una storia che sentivo molto. Perché non va bene? Anzi è in questi casi che passione confluisce più facilmente nella pagina scritta. :-)

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    3. Perché ti fai più male se cadi. ;)

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  3. Mi hai fatto venire voglia di macedonia!
    Direi che hai un bel po' di esperienza e libri pubblicati ormai, e questa è una cosa bella, no? Però ti capisco, la fase della revisione è durissima, forse non ci si abitua mai.
    Per quanto mi riguarda in questo momento preferirei cento volte l'ansia da pubblicazione rispetto a quella che sto provando in questo periodo di non riuscire a finire, di essere a un passo dalla fine e non sapere se ci arriverò mai...
    In bocca al lupo per tutto quanto :)

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    1. Maria Teresa! Crepi. O viva. Fino a che non avranno deciso quale delle due è giusta credo che le userò entrambe. :D
      Capisco l'ansia di cui parli e non è simpatica, hai ragione. Non so se la preferirei a quella che sto sentendo adesso. Diciamo che sarebbe una figata se non ce ne fosse proprio, di ansia. Dormire, pensare, fare senza paranoie angoscianti sarebbe splendido, non trovi? ;)

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  4. Per una volta, dopo tanto tempo e tante chiacchiere, mi sono seduta davanti a un lunghissimo file che contiene la storia del mio nuovo romanzo. Non so ancora cosa ne verrà fuori, mi dirigo verso la fine, ma so che dovrò rivoltarlo come un calzino, perché voglio ottenere un determinato risultato e sono certa di non esserci ancora riuscita. Questo mi tiene un po' alla larga dal mondo blog, ma tant'è: ubi maior... :)

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    1. ... minor cessat, mi sembra giusto! Che bello Marina, sei nel pieno della produzione creativa, quando si muovono mari e monti e si plasmano nuovi pianeti. Meraviglia! Tienici aggiornati! :*

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  5. Monica! *_* Le tue parole su Ogni singola cosa sono parole da innamorata. Sono cariche di passione e orgoglio, fanno trasparire tutto l'impegno, la cura, le attenzioni e il sentimento che ci hai riversato! Ti auguro il meglio per questo romanzo e ricordati che spesso la "critica" è solo una proiezione delle emozioni che uno ha provato leggendo il libro che sono altamente suggestionabili da miriadi di fattori che vanno anche al di là del libro, quindi a prescindere da ogni giudizio non perdere mai di vista tutto il bagaglio di emozioni che ti ha portata a scriverlo!

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    1. Sophia... ma quanto sono belle le cose che hai detto? *_*
      Hai ragione su tutto, solo che una volta che si libera ciò che si è prodotto, anche se ci si prepara ad andare in pasto a lupi, non si è mai abbastanza pronti. E questo comporta il dimenticarsi quanto ha significato quella cosa per noi. Sbagliato, ma vero. Almeno per me, anche se voglio impormi di non farlo. :*

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